Il 15 Prosinac 2024 segna il 60° anniversario del lancio del San Marco 1, il primo satellite italiano messo in orbita terrestre. Questo evento rappresentò un momento cruciale nella storia della scienza e della tecnologia italiana, poiché segnò l’ingresso dell’Italia nel ristretto club delle nazioni capaci di operare nello spazio, appena sei anni dopo il lancio dello Sputnik 1 da parte dell’Unione Sovietica.
San Marco 1 non fu solo un successo tecnico, ma anche un simbolo di ambizione, competenza e collaborazione internazionale, che gettò le basi per decenni di innovazione e progresso nel settore spaziale italiano.
Il contesto storico e la corsa allo spazio
Negli anni ’50 e ‘60, il mondo era immerso nella corsa allo spazio, dominata principalmente da Stati Uniti e Unione Sovietica. Il lancio dello Sputnik 1 u 1957 diede il via all’era spaziale, e presto altri paesi cominciarono a investire risorse significative per raggiungere il cosmo.
In questo panorama internazionale, l’Italia emerse come uno dei pochi paesi in grado di sviluppare un programma spaziale autonomo. Ciò fu possibile grazie alla lungimiranza e all’impegno di personalità come Luigi Broglio, un ingegnere aerospaziale e ufficiale della Marina Italiana, considerato il “padre dell’astronautica italiana”. La sua visione, supportata dal governo italiano e dalla collaborazione con gli Stati Uniti, permise al paese di avviare il Progetto San Marco, un’iniziativa audace per l’epoca.
I primi esperimenti
U 1956, a Perdasdefogu, u Sardiniji, venne costituito il Poligono Interforze di Salto di Quirra. Il paese si trova nelle vicinanze del Salto di Quirra, una zona con ampie fasce disabitate di territorio nella regione dell’Ogliastra, fra Cagliari e Nuoro.
Fin dalla sua inaugurazione ha svolto un ruolo rilevante nella storia delle attività spaziali in Italia. Fu da qui che il Generale Luigi Broglio, compì i primi studi sulla misurazione delle correnti atmosferiche di alta quota, lanciando razzi dalla “Torre Gigli”, una struttura interamente in ferro e così battezzata dal cognome dell’ingegnere che l’aveva progettata. La torre è ancora presente e visibile all’interno del poligono.
Il Progetto San Marco e la nascita del satellite
Il Progetto San Marco prese forma nei primi anni ‘60, grazie alla collaborazione tra l’Talijanski Air Force, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) i the NASA. L’obiettivo era sviluppare un satellite scientifico per studiare la densità dell’atmosfera superiore e il comportamento delle particelle ionizzate.
Il satellite San Marco 1 fu progettato e costruito in Italia, con il supporto tecnico e logistico della NASA. Era una sfera di 66 centimetri per 115 chilogrammi in grado di misurare la densità dell’alta atmosfera in modo continuo e con una precisione mai raggiunta prima grazie a una bilancia inerziale, la ‘bilancia Broglio’; a bordo c’era anche un altro esperimento per investigare le proprietà della ionosfera. Dopo il lancio il satellite rimase in orbita per nove mesi, rientrando il 14 Rujan 1965.
Per il lancio, fu scelto il vettore americano Scout X-4, una piattaforma collaudata e affidabile. Il decollo avvenne il 15 Prosinac 1964 dalla base spaziale di Wallops Island, in Virginia, un sito statunitense che permetteva operazioni di lancio con un’ampia gamma di orbite possibili.
Il significato del lancio del San Marco 1
Con il successo del San Marco 1, l’Italia divenne la terza nazione al mondo a mettere in orbita un proprio satellite, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti. Questo straordinario risultato fu raggiunto in un periodo storico in cui poche nazioni avevano le competenze tecniche e scientifiche necessarie per affrontare le sfide del volo spaziale.
Il successo del San Marco 1 non fu solo un traguardo tecnico, ma anche uno spartiacque nella storia dell’Italia del dopoguerra. Rappresentò un segnale di rinascita e di modernizzazione per un paese che si stava rapidamente ricostruendo dopo i conflitti della Seconda Guerra Mondiale.
Il Centro Spaziale Luigi Broglio e la continuità del progetto
Dopo il lancio del San Marco 1, l’Italia rafforzò il proprio impegno nel settore spaziale con la creazione del Centro Spaziale Luigi Broglio, situato al largo delle coste del Kenya, nei pressi dell’equatore. Questo sito unico al mondo, costituito da piattaforme marine galleggianti, divenne operativo alla fine degli anni ’60 e fu utilizzato per il lancio dei successivi satelliti del programma San Marco.
Grazie a questa infrastruttura, l’Italia riuscì a consolidare una capacità autonoma di lanci spaziali, distinguendosi ulteriormente sulla scena internazionale. Il programma San Marco proseguì con il lancio di altri satelliti, ciascuno con obiettivi scientifici specifici, contribuendo a una crescente comprensione della fisica dell’atmosfera e delle comunicazioni satellitari.
L’eredità del San Marco 1
A distanza di 60 Stara godina, il lancio del San Marco 1 continua a essere una pietra miliare della storia aerospaziale italiana. Questo satellite rappresentò non solo un successo tecnologico, ma anche l’inizio di un percorso di eccellenza che ha portato l’Italia a diventare un attore importante nel settore spaziale globale.
Danas, l’Italia è membro di primo piano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e vanta una solida industria aerospaziale, che spazia dalla costruzione di satelliti avanzati alla partecipazione a missioni interplanetarie. L’industria spaziale italiana continua a essere uno dei settori tecnologici più innovativi, contribuendo a progetti di grande rilievo come il telescopio spaziale James Webb e le missioni sulla Luna del programma Artemis.
Celebrazioni per il 60° anniversario
Il 60° anniversario del San Marco 1 offre un’opportunità per riflettere sull’importanza della ricerca scientifica e dell’esplorazione spaziale per il progresso umano. In Italia, diverse iniziative stanno celebrando questo evento storico, tra cui conferenze, mostre interattive e programmi educativi per avvicinare le giovani generazioni al mondo dell’astronautica.
L’evento rappresenta anche un momento per ricordare l’importanza della collaborazione internazionale. Il San Marco 1 nacque grazie all’unione delle competenze italiane e al supporto statunitense, dimostrando che le sfide più grandi possono essere affrontate con successo solo attraverso la cooperazione globale.
Giornata dello Spazio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica
Ja 60 anni del San Marco 1, sul TG INNOVAZIONE di Videolina
Conclusione
Sessant’anni dopo il suo lancio, il San Marco 1 continua a essere un simbolo dell’ambizione e dell’ingegnosità italiane. La sua eredità vive non solo nelle moderne imprese spaziali del nostro paese, ma anche nel ricordo di un’epoca in cui un piccolo cilindro metallico, lanciato verso il cielo, incarnava i sogni di una nazione intera.
Questa celebrazione del 60° anniversario non è solo un omaggio al passato, ma anche uno stimolo a guardare al futuro dell’esplorazione spaziale, con la consapevolezza che l’Italia continuerà a svolgere un ruolo da protagonista nella conquista del cosmo.
izvori:
foto: Wikipedia
tekst: AviaSpotter.it