Moscú, Zhukovskiy Aeropuerto, 20 agosto 2011
Desde el tiempo que estaba esperando el mal tiempo ..... pero no tan. A la mañana, cuando me levanto, sembra novembre: nubes bajas y grises, fuertes lluvias y cósmica depresión. Vuelvo a la clandestinidad, Tomo el tren y bajar en la parada correcta. Encuentro allí miles de personas esperando el autobús. La calca è impressionante ma questo non impensierisce i solerti poliziotti russi che ispezionano minuziosamente tutte le borse e gli zaini, costringendoti a tirare fuori tutto sotto una pioggia battente.
La calca sulle navette è qualcosa di mai visto: l’umidità è a livelli di foresta tropicale e qualcuno si sente male. Entriamo nella base e ….non ci posso credere…dovunque si diriga il mio sguardo vedo aerei incredibili: MiG, Sukhoi, Tupolev di ogni modello e dimensione. Alcuni sono a livello di rottame, altri sembrano pronti a spiccare il volo: mi sembra di sognare.
All’arrivo altra fila chilometrica per i biglietti: giuro in cuor mio che il prossimo che mi parla male dell’organizzazione italiana lo ammazzo con le mie mani.
Finalmente sono dentro. La pioggia battente mi suggerisce di lasciar perdere le foto alla statica, anche se i soggetti sono veramente molto interessanti: sarà per questo pomeriggio. Mi dirigo al piazzale dove si assiste alla manifestazione in volo. Mi sfugge per poco il Rafale francese che infrange la barriera del suono con una nuvoletta di condensazione veramente fotogenica: domani non mancherò.
Purtroppo la manifestazione sarà tagliata di diversi numeri a causa delle condimeteo, ma comunque ho la possibilità di vedere diverse pattuglie acrobatiche ed esibizioni di “Heavy Metal” veramente impressionanti.
L’A 380 in volo poi è veramente maestoso: il volo a bassa quota e bassa velocità è da togliere il fiato.
Alla fine dell’esibizione la pioggia non molla. Mi dirigo verso la statica ma, para hoy, di foto non se ne parla.
All’uscita la ressa della mattina si è trasformata nel caos più totale. Io non so nemmeno quale navetta prendere. Intuisco che vanno in almeno 3 direzioni diverse ma non so qual è la mia. Indicazioni non ce ne sono e allora urlo se qualcuno conosce l’inglese ma mi guardano tutti come si guarda un pazzo. Finalmente una signora mi farfuglia qualche parola e capisco che è una giornalista: sono salvo. De hecho, grazie al suo aiuto, arrivo in stazione e, desde allí, riesco a tornare a Mosca.
Ringraziate la giornalista russa se potete vedere queste foto……..