Axalp - 7/9 Október 2008
Á þessu ári ég gerði það.
Dopo tanti tentativi e la vana attesa di qualche “integralista aeronautico” che si unisse a me ho deciso di andare da solo ad Axalp.
Og svo hér er ég. Focus hlaðið trúr mín eru að fara. Þeir eru 11,00 Mánudagur 6 Október 2008 e il TomTom mi da 247 Km all’arrivo in Hotel: secondo lui ci metterò 3 ore e tre minuti. Non sa quello che ci aspetta.
Il viaggio procede spedito, non c’è traffico e dentro di me sento che saranno 4 giorni veramente intensi. Finito il tunnel del San Gottardo prendo lo svincolo e mi accingo a scalare il Sustenpass: non ho guardato il bollettino della neve ma, diamine, siamo solo ad inizio ottobre. Mi accorgo verso i 1200m di quota di aver fatto un errore. Dense nubi incombono e comincia a piovere. Jæja, facciamola corta: a 2200 mt gli spazzaneve sono in azione, fa un freddo becco e i miei pensieri sono tutti a mercoledì quando dovrò salire all’Axalp Range che, trovandosi alla stessa quota, verosimilmente sarà nelle medesime condizioni.
E’ inutile dirvi che i tempi di percorrenza indicati dal navigatore si sono irrimediabilmente allungati.
sem betur fer, durante la discesa, il tempo migliora e, niður, piove a sprazzi.
Arrivo all’Hotel che ho prenotato a Meiringen. Già in camera vengo sorvolato da F 5 vari e Patrouille Suisse.
Non posso più aspettare: la reflex è pronta da giorni e l’aeroporto mi aspetta.
Dell’aeroporto di Meiringen mi hanno raccontato visibilie e su internet ho trovato centinaia di foto e varie cartine e quindi le aspettative sono altissime.
Jæja, vi assicuro che bisogna andarci. Solo la presenza fisica può descrivere le sensazioni che si provano a stare lungo la sua pista. Le pareti di roccia sono vicinissime e una bellissima cascata (siamo vicini alle famosissime cascate di Reichenbach, quelle dove Sherlock Holmes rischiò di morire per mano del suo acerrimo nemico, il Dottor Moriarty) fa da splendida cornice alla torre di controllo.
Arrivo giusto in tempo per essere sorvolato da 4 F 18 che aprono per l’atterraggio. Suonano le campanelle e le sbarre che impediscono l’attraversamento della pista alle auto di passaggio si abbassano. In rapida sequenza gli Hornet atterrano e fra loro c’è anche il J-5011 con la coda tigrata. Gli aerei mi sfilano a non più di 40 mt di distanza e il vento caldo dei loro reattori mi scalda un po’. Comincia a piovere e decido di andare a coprirmi all’interno del bar/ristorante della base. Tra l’altro mi hanno detto che è dotato di una fantastica terrazza vista pista. E’ li che trovo due connazionali di Forlì che mi danno un po’ di dritte per la salita al poligono. Tra l’altro mi dicono che domani, anche se non è uno dei due giorni “ufficiali”, comunque si può salire e assistere alle prove. Mi faccio raccontare tutto anche perché la decisione è presa: domattina salgo!
Sveglia alle 5.00. í 40 minuti sono alla base del sentiero e mi accingo alla salita appena fa luce. Incontro ancora Michele e Alessandro e ci mettiamo in cammino insieme
Per fortuna che la neve caduta il giorno prima si è sciolta grazie alla pioggia. In compenso il fango, in alcuni tratti, arriva alle caviglie. Loro sono decisamente più tonici e io sono completamente senza allenamento. In breve mi distaccano e in pochi metri ho allucinazioni alla Fantozzi di vario tipo: prima vedo i Fratelli Wright, poco dopo vedo Chuck Yaeger e infine, all’apoteosi della fatica, nientemeno che Katsuhiko Tokunaga che mi incita a sbrigarmi. Ragazzi……non date retta a chi dice che non è vero….ve lo dico io……E’ DURA……DURISSIMA !!!!!
Comunque arrivo in vetta in poco meno di 2 ore sudato come dopo la maratona di New York. Per fortuna mi ero portato un cambio completo….
Comincio a godermi il panorama: riconosco i luoghi già visti in centinaia e centinaia di foto. Non c’è molta gente e mi scelgo un posto, fra un po’ si comincia. Og svo sannarlega, passate di poco le 9,40 cominciamo a sentire un rumore di jet proveniente da lontano. Si presenta per primo l’F 18 solista che effettua qualche passaggio, ma senza tirare troppo.
Subito dopo ecco arrivare i primi 4 Hornet per i passaggi a fuoco. Finalmente odo il muggito dell’M 61 Vulcan. Per uno strano gioco di distanze arriva prima il suono delle pallottole che colpiscono i bersagli e poi quello del cannone, ma la melodia è fantastica. I passaggi si susseguono ad un ritmo veramente impressionante. Non fa in tempo a completare il passaggio il quarto aereo che già il primo si allinea sui bersagli e comincia a sparare. Alla fine perdo il conto dei passaggi, ma saranno stati almeno 7 sem 8 a testa. Alla fine mi ritrovo con il fiatone e un grande indolenzimento alle braccia per il grande lavoro con la reflex. Því miður (?!?) passano solo 5 minuti e sentiamo che arrivano gli F 5. Questi sono 6, inn 3 flight di 2, e compiono diversi passaggi sia in direzione parallela al pubblico che trasversalmente, sorvolandoci mentre sparano con l’M 39. Il cannone della Colt Pontiac ha un meccanismo decisamente diverso dal General Electric dell’Hornet e si sente anche ad orecchio: più che un muggito sembra una…..pernacchia. In questo caso però il rumore del cannone è decisamente più chiaro, specialmente quando viene azionato a lunghe raffiche proprio mentre gli aerei ci sorvolano a quote veramente basse. Gli aerei sono talmente vicini che, me ne accorgo solo a casa, a volte ho addirittura fotografato il proiettile in volo all’uscita della canna !!!!!
Durante la giornata i passaggi a fuoco ci sono stati sia la mattina che i pomeriggio, inframmezzati da passaggi del PC 21, dell’esibizione del Super Puma (con “pioggia” di flares), dall’esibizione della Patrouille Suisse e di vari elicotteri. Veramente un continuo pompaggio di adrenalina.
Il giovedì, ultimo giorno, decido di risalire in quota. Stavolta affronto la salita da un altro versante e scopro che è decisamente meno faticoso. Sarà perché ho cominciato la salita alle 4,30 con la sola luce della torcia elettrica (e quindi non vedevo la salita che affrontavo e, inconsciamente, non mi accorgevo della fatica), sarà perché l’allenamento di due giorni prima mi aveva spezzato un po’ il fiato, stà di fatto che sono arrivato alla sommità decisamente meno affaticato. Il giorno era quello decretato ufficialmente per l’air show e le presenze erano decisamente più consistenti: ogni cm della montagna era occupato da qualcuno e i movimenti decisamente meno agevoli. Le premesse erano quelle del martedì, con la differenza che l’aria carica di umidità formava intorno agli aerei (specialmente per gli Hornet) delle nuvole di condensa veramente spettacolari. La mattinata è stata veramente intensa: il primo aereo ha fatto ingresso sulla scena alle 8,28.Il sole era esattamente di fronte e continuava a nascondersi fra le nuvole e le cime delle montagne di fronte. Quindi la luce era sempre o troppa o poca. Því miður, durante la pausa di mezzogiorno Giove Pluvio ha cominciato a dettare legge e dense nubi hanno fatto il loro ingresso sul poligono, decretando l’annullamento della manifestazione…..Immediatamente una fiumana di gente si è riversata nel canalone per raggiungere l’auto e tornare a casa…
Arrivati alla fine…..che dire? Spero che questo “viaggio” virtuale abbia reso l’idea di ciò che è il leggendario Axalp…
Að þú myndir